Nella mente dei possessori di sex doll
Possedere sex doll iperrealistiche è diventato un tema sociale sempre più controverso negli ultimi anni. Molti, all’interno della società, provano un senso di repulsione nei confronti di questa tipologia di bambole, che, in gran parte, rappresentano versioni chiaramente sessualizzate del genere femminile. I legislatori hanno richiesto il divieto di produzione ed acquisto di alcuni tipi di bambole (come, per esempio, quelle che assomigliano a bambini), mentre altri, nel mondo accademico, equiparano il fare sesso con una bambola all’aggressione sessuale di una donna reale.
Alla base di queste richieste e convinzioni c’è l’assunto implicito (e spesso esplicito) che il possesso di bambole di questo genere contribuisca ad aumentare gli atteggiamenti sociali negativi nei confronti delle donne e il derivante rischio di possibili aggressioni di carattere sessuale. In realtà, fino a prima di ora, non c’erano mai stati studi atti a sondare empiricamente queste credenze ed affermazioni.
Analizzando una recentissima ricerca pubblicata su The Journal of Sex Research, ci si potrebbe stupire, in realtà, nell’apprendere quanto ordinari siano gli uomini che possiedono bambole di questo tipo. Il team di ricerca ha trascorso mesi esaminando 158 uomini proprietari di bambole sessuali e li ha confrontati con 135 soggetti che invece non ne possedevano. I due gruppi sono stati confrontati su una serie di misure, inclusi tratti della personalità, funzionamento emotivo, stili di attaccamento e tendenze all’aggressività sessuale. L’obiettivo era condurre un esame sull’accuratezza delle percezioni e delle convinzioni sociali relative al possedere le “sex doll”.
I risultati sono molto interessanti. Nel complesso, sono emerse pochissime differenze tra i proprietari e i non proprietari di bambole; ma anzi, in contrasto con gli stereotipi e le convinzioni sociali sul possesso di bambole del genere, coloro che ne avevano una hanno ottenuto punteggi inferiori rispetto al controllo in relazione alla propensione all’aggressione sessuale. Ciò significa che, in media, era meno probabile che manifestassero eccitazione sessuale o sensazioni di “godimento anticipato” durante la lettura di ipotetici scenari di reati sessuali.
Tuttavia, è anche emerso che i proprietari di bambole erano più propensi, rispetto al controllo, a vedere le donne come qualcosa di distante e difficilmente conoscibile, il mondo come pericoloso e ad avere una minore autostima legata all’ambito sessuale. Tendevano anche ad avere stili di personalità più ossessivi ed emotivamente stabili. Può darsi, quindi, che questi gruppi di tratti interagiscano in modo funzionale tra loro, permettendo alla persona di controllare in modo ossessivo il proprio ambiente e aiutandola così a mantenere un senso di stabilità emotiva.
Una simile relazione di interazione potrebbe intervenire rispetto alla convinzione circa l’inconoscibilità delle donne e circa la pericolosità del mondo, in particolare nel caso di passate relazioni romantiche di scarsa qualità. È quindi plausibile che una storia di ripetute rotture in ambito relazionale-affettivo abbia portato i proprietari di bambole ad avere una scarsa comprensione della psicologia femminile, conducendoli alla convinzione che le donne siano fondamentalmente qualcosa di inconoscibile e potenzialmente pericoloso.
In generale, comunque, i dati di questa ricerca sembrano suggerire il fatto che, a discapito dei pregiudizi che circolano in società, gli uomini che possiedono bambole sessuali non siano così diversi da quelli non ne possiedono. Sebbene l’intento fosse quello di fornire specificamente dati preliminari sulle differenze nei profili di personalità tra i due gruppi, è interessante notare come in realtà non ce ne siano di consistenti. Alcuni teorici hanno per esempio ipotizzato che problemi con lo stile di attaccamento potrebbero portare alcuni uomini a rinunciare a frequentare “donne vere” e concentrarsi invece sull’ottenere piacere sessuale e relazionale dalle bambole (Ciambrone et al., 2017). Dal recente studio analizzato in questo articolo non si è invece riscontrato alcun effetto esercitato dall’attaccamento, mettendo quindi in discussione la conclusione di Ciambrone e colleghi.
In ultima istanza, quindi, ricerche come questa mettono in discussione i pregiudizi, gli stereotipi e le credenze della società riguardo a certe tipologie di pratiche sessuali definibili come “atipiche”. Inoltre, si presume addirittura che le bambole sessuali possano svolgere un ruolo importante nei contesti di trattamento della salute mentale e delle disfunzioni sessuali, nonché nel lavoro progettato per prevenire l’abuso sessuale. Questa è un’area di ricerca estremamente fertile che sicuramente si svilupperà ulteriormente nei prossimi mesi e anni.
Traduzione e adattamento a cura del Dr. Lorenzo Borrello dell’articolo “Inside the Minds of Sex Doll Owners. Men who own sex dolls are in many ways similar to others, a new study finds” del Dr. Craig Harper, pubblicato su Psychology Today (2022) https://www.psychologytoday.com/intl/blog/articles-heterodoxy/202204/inside-the-minds-sex-doll-owners
BIBLIOGRAFIA
Harper, C. A., Lievesley, R., & Wanless, K. (2022). Exploring the psychological characteristics and risk-related cognitions of individuals who own sex dolls. The Journal of Sex Research. DOI https://doi.org/10.1080/00224499.2022.2031848
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